RICHIESTA DI INCONTRO AL PROCURATORE
CAPPELLERI DOPO L'ARRESTO DI CONSOLI EX AD DI VENETO BANCA
ASSOCIAZIONE SOCI BANCHE POPOLARI VENETE
IL PRESIDENTE
Preg.mo Dottor ANTONINO CAPPELLERI
Procuratore della Repubblica
VICENZA
Castelfranco Veneto, 2 agosto 2016
Oggetto – Richiesta di incontro sulla
responsabilità degli ex amministratori della ‘Banca Popolare di Vicenza’ alla
luce della recente esecuzione dell’ordinanza emessa dal Gip del Tribunale di Roma
su richiesta della locale Procura (arresti domiciliari nei confronti di
Vincenzo Consoli, ex amministratore delegato e direttore generale di ‘Veneto
Banca’ e sequestro di beni).
Signor procuratore,
l’esecuzione dell’ordinanza emessa dal Gip del
Tribunale di Roma su richiesta della locale Procura, con la quale sono stati
disposti gli arresti domiciliari nei confronti di Vincenzo Consoli, ex
amministratore delegato e direttore generale di ‘Veneto Banca’, per i reati di
ostacolo all’esercizio delle funzioni delle Autorità pubbliche di vigilanza ed
aggiotaggio ed il sequestro in via preventiva di beni del valore di decine di milioni di
euro nei confronti di persone legate alla stessa banca costituisce ormai un
importante ed esemplare precedente nell’ambito delle inchieste a carico degli
ex vertici delle banche popolari venete in crisi.
Lo stesso tipo di richiesta, da parte della
Procura di Vicenza, è stata da tempo e ripetutamente auspicata da singoli soci
raggirati, dalla nostra e da altre Associazioni di soci della ‘Banca Popolare
di Vicenza’ nonché da autorevoli personaggi con specifica competenza nel
settore, ai quali si è aggiunto oggi il dottor Giovanni Schiavon, vice
presidente dell'istituto di Montebelluna e fondatore dell'Associazione degli
azionisti di Veneto Banca, nonché ex presidente del Tribunale di Treviso.
«Mentre
per Veneto Banca procede la Procura della Repubblica di Roma e scattano gli
arresti – ha dichiarato a ‘La Repubblica’ - per la ‘Banca Popolare di Vicenza’
la competenza è rimasta a Vicenza e, nonostante la maggiore gravità del quadro
di quella banca, verso gli ex amministratori non succede nulla del genere.
Giovanni Zonin, ex presidente, si è disfatto nel frattempo di tutti i suoi beni
- conclude - e questo di per sè mi pare una coda di paglia non indifferente».
Prendiamo atto che su quest’ultimo punto, Lei ha
già dichiarato alla stampa che «la manovra [del trasferimento di beni da parte
di Zonin ai familiari] non è preoccupante perché è sventabile» dato che «il
cosiddetto negozio simulato è sempre una categoria attaccabile» (‘Il
Gazzettino’, 27 Jul 2016 ).
E’ chiaro però che su tutta la vicenda della
«Banca Popolare di Vicenza» rimangono le perplessità e le delusioni non
soltanto di quanti hanno subito danni ma anche dell’opinione pubblica.
Nella nostra lettera del 21 giugno scorso avevamo
citato più volte la frase della dottoressa Cecilia Carreri: «Per reati di
questa gravità e danni così rilevanti ai risparmiatori è previsto il carcere».
Ed avevamo aggiunto: «La nostra Associazione ha avuto modo di accertare che
questa versione e le notizie dei due suicidi e del tentato suicidio già citati
hanno suscitato diffusa e profonda impressione non certo positiva, oltre che
nei soci della banca, nell’opinione pubblica che segue la complessa vicenda con
notevole sensibilità civica, convinta che l’ affermazione della Carreri sia da
riferire al rischio di fuga e/o di inquinamento delle prove da parte di
indagati, data la “benevolenza” che soprattutto Gianni Zonin avrebbe avuto –
secondo la dottoressa - in passato in ambienti giudiziari, le influenze maturate
nel tempo in vari organismi ed ai favori concessi a persone influenti dallo
stesso. In passato, ad esempio, la stampa ha dato notizia che in Sicilia nella
‘Banca Nuova’, facente parte del ‘Gruppo Banca Popolare di Vicenza’, sono stati
assunti familiari e parenti di uomini politici e di magistrati».
«Sempre secondo i pareri raccolti fra la gente,
la nostra Associazione ritiene che la misura auspicata dalla dottoressa Carreri
(«Per reati di questa gravità […] è previsto il carcere») potrebbe creare le
condizioni per la realizzazione di opportuni e tempestivi approfondimenti
consentendo l’accelerazione dei tempi dell’inchiesta e scongiurando il
pericolo, paventato dai più, che alla fine tutto possa andare in fumo per via
della prescrizione».
In relazione a quanto prospettato chiediamo pertanto un
incontro sull’argomento in oggetto.
Distinti saluti.
Prof. Vincenzo Guidotto